Quella prima volta in cui il LEMURE IMBALSAMATO andò in palestra.

lemure che suonaOggi voglio raccontarti di un fatto di cronaca “ordinaria”.
Come sai, in questi ultimi due anni, ho imparato a muovere il mio corpo, frequentando regolarmente una palestra tre volte alla settimana.
Me per ogni cosa c’è sempre una PRIMA VOLTA. E questa è una grande prova.
All’inizio ti confesso che ODIAVO questo momento, perchè il mio corpo era l’equivalente del famoso “lemure imbalsamato”. Leggiti l’articolo del lemure per capire meglio di cosa parlo 😉
A fatica riuscivo a salire le scale per arrivare nel luogo del “massacro legalizzato” per colpa del mio peso, dei miei dolori ai piedi e dall’assenza totale di allenamento.
Tutta colpa mia.
Testa china,
un passo alla volta
un gradino alla volta
lento
ancora più lento
eccomi arrivare verso il luogo del patibolo dove scontare la mia pena.
Avere già il fiatone prima dell’inizio della lezione di fitness, non è certo un buon segno ma ormai sono qui e bisogna ballare.
E allora balliamo.

Mi guardo intorno. Tutti fisici perfetti ai miei occhi.

superatleta
I super atleti

Mi ritiro nell’ultima fila, sperando di non dare nell’occhio.
Pesetti alla mano, asciugamano da combattimento e via.
Parte la musica.
Il lemure imbalsamato cerca di seguire le istruzioni ma il corpo non risponde.
a i u t o
inizio a saltare e muovermi in modo assolutamente grottesco cercando di imitare il resto del gruppo ma il ritmo, le posizioni i salti sono assolutamente devastanti per chi è lontano anni luce dalla palestra.
Dopo dieci minuti le mie braccia e i miei polpacci sono a pezzi.
Una pozzanghera in terra e spruzzi di sudore costringono i miei vicini di dotarsi di ombrelli parapioggia per evitare di bagnarsi.

Mi sento anche dire… “poi devi pulire per terra il tuo sudore altrimenti scivoliamo!”.  Un’occhiataccia e si continua.

mano gocciolante
La mia mano gocciolante sudore

Il cuore e i polmoni mi stanno esplodendo e quando ormai penso che l’infarto è ormai pressimo,

sento l’insegnante che sancisce la fine del riscaldamento.
si era solo il riscaldamento!!!!! azzz…..

d o p p i o  a i u t o
cerco conforto nel mio partner, che mi guarda incitandomi con lo sguardo mentre la sua pelle è bianca cadaverica per lo sforzo.
Ok, devo farcela contando sulle mie forze.
Il ritmo accellera,
passano altri dieci minuti…

Inizio a vedere cose che voi umani non potete neanche immaginare.
Inizio a sentire rumori sinistri provenienti dalle mie giunture.
Inizio a maledire le offerte di groupon per il fitness.
I minuti non passano mai e le mie smorfie sono sempre peggiori.
Inizio a perdere la vista e il senso del tatto.
Quando penso che peggio di così non è possibile arrivare,
con l’unico senso di cui sono dotata,
sento avvicinare dei passi furtivi
è l’insegnante
mi dice:
“guarda che stai sbagliando… devi piegarti di più, altrimenti questo esercizio non funziona e non muovi bene i muscoli”
Io che non capisco più neanche dove sia l’alto e il basso figuriamoci se penso ai muscoli e alla perfezione dell’esercizio.
Annuisco mentre emetto uno strano grugnito.
Devo rimanere calma e pensare che è per il mio bene… se non schiatto prima.

Si continua con una sequenza infinita di affondi e squat.

“Tutto molto interessante” recita il tormentone di rovazzi, peccato che non sia capace di eseguirli. Io li vedo eseguire ma il mio corpo non è capace di farli e non capisco come si fanno.

Arriva lo STOP dei 50 minuti a decretare la fine del flagello e l’invito a sdraiarsi per lo “streching finale”.

Questo è il mio corpo reclinato dopo l’allenamento

Il tonfo sordo del mio corpo che cade sulla pozzanghera di sudore decreta la fine dei giochi in piedi, mentre l’unica parte del mio corpo, la testa e il tronco,
provano a rotolare simulando degli addominali incrociati.
Sento solo l’eco della sequenza dei numeri a ricordarmi che ancora sono viva o forse sono i secondi che mi rimangono da vivere.
Ancora un’ultima serie numerica e tutta la mia vita inizia a scorrermi davanti
10
9
8
“inizio a vedermi saltare sui letti da piccola”
7
6
5
“inizio a vedermi mentre giocavo a nascondino”
4
3
“inizio ad vedere mia madre che mi imbocca per farmi mangiare”
2
“inizio a vedere la luce”
1
penso: “è finita.”

Ma…
Sono ancora qui. E sono viva!!!!!
Cerco di scuotermi, cercando di sollevarmi usando i gomiti e il mento e lentamente riapro gli occhi.

Mi osservo.
Fiotti di sudore escono da ogni punto del mio corpo, provocando una piccola pioggia imprevista in aula.
Cerco di porre rimedio alla pozzanghera, usando con il piede l’asciugamano per coprire il misfatto ma i miei calzoni larghi taglia xl della mia tuta da battaglia e il mio camicione ascellare sono impresentabili e non posso certo nasconderli.

Intorno a me, tutti sembrano non aver neanche sudato. Nessuna traccia di sudore per terra e nei vestiti attillati da palestra per i super atleti miei compagni di corso.
Inizio a pensare di essere su di un altro pianeta e di essere un po’ io l’aliena.
Cerco il mio compagno per capire se è stato rapito dagli alieni, ma è occupato temporaneamente a scolarsi una tanica di energade o qualcosa di simile emettendo dalla bocca
un gorgoglìo pauroso, mentre dagli angoli scendono rivoli di liquido rossastro che bagnano i suoi vestiti già intrisi, provocando un effetto vampiro che lascia sotto i suoi piedi una pozzanghera bicolore.
Dalla dimensione della sua pozzanghera e dal suo sguardo perso nel vuoto capisco che anche lui è decisamente fuori forma.

Sotto puoi vederlo mentre pratica il suo sport olimpionico: l’apertura dei barattoli.

l’apertura dei cetrioli

.

 

 

I miei passi ora sembrano di cemento.
Il mio cuore continua a ballare la macarena,
improvviso un trenino brasiliano con Corrado per tornare alla vettura in modo da sostenere a vicenda i nostri corpi in posizione quasi eretta.

L’arrivo a casa è tragico.
Nel ritorno, un silenzio mesto è dovuto per evitare di disperdere preziose energie.
I vetri dell’auto si appannano continuamente per l’ansimare continuo e veloce che non accenna a diminuire.

A casa, la doccia rimuove, tutte le traccie del misfatto ma non i dolori che iniziano ad emergere ad ogni movimento del mio corpo.
Non ho neanche la forza di sollevare la forchetta per cenare, e questo è un bene perchè in questo modo posso seguire scrupolosamente la dieta metanimica che mi sono prefissata per tornare in forma.

La notte è riposante, ma il giorno dopo e quello dopo ancora, i dolori non si fanno mancare.
Ma ripeto dentro di me. Devo farcela.
Giorno dopo giorno.
Tre volte alla settimana, il rito si ripete.
Mese dopo mese.
E quello che era per me obbligo nell’andarci.
Un patibolo obbligato.
Si trasforma in abitudine.
L’abitudine in un piacere scoperto e mai provato prima.
I miei calzoni della tuta extra large iniziano a scendere,
le taglie diminuiscono,
le magliette diventano più attilate,
tutto si trasforma e si modella il mio corpo.
Quel luogo alieno mi diventa familiare e necessario per stare bene.

Per ogni cosa c’è una prima volta
e questa prima volta è dannatamente dura

SVEGLIATI E FAI QUESTO PRIMO PASSO!!

Non ci sono altri modi per dirtelo.
Apri il tuo armadio e tira fuori dalle ragnatele quella tuta super abbondante e quelle scarpe da ginnastica ingiallite.
Fregatene di tutti e di tutto e pensa solo a te.

Lo so è dura essere fuori forma ma tutto deve partire da te.

Da dentro di te deve scattare la molla della volontà che ti permette di non mollare.
Vorrei essere lì con te ogni giorno per spronarti nel muoverti, nonostante i dolori e la mancanza di voglia di andare ad allenarti.
Ma alla fine, se non parte da te questo cambiamento nessuno potrà aiutarti.
All’inizio non ti piacerà.
Ne sono consapevole perchè anche io ero come te.
Ma quella repulsione iniziale è una resistenza che devi abbattere.

È la tua resistenza al cambio di forma, al cambio del tuo peso.

In ogni cambiamento c’è una controparte che devi mettere in gioco.
È il superamento di questo tuo limite è lo scotto che devi pagare.
Ti chiedo un atto di fede. Fede che questo sforzo, questo allenamento, porterà ad un risultato anche se non sarà visibile per diverso tempo.

Devi credere senza mollare mai anche se nessuno all’inizio noterà i tuoi sforzi.

Se vuoi puoi coinvolgere nell’avventura del rimetterti in forma, un amico o un’amica così da condividere gli sforzi, ma alla fine dei conti in palestra, davanti al piatto del cibo, e dentre di te sarai solo tu. È questa la sfida che devi accettare e vincere. Puoi farcela se continui a seguirmi in questo cammino.